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Cosa si intende per rischio correlato ai luoghi confinati e con sospetto inquinamento?
Il riferimento legislativo è il DPR 177_11, “Regolamento recante norme per la qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati, a norma dell'articolo 6, comma 8, lettera g), del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81”.
La definizione di spazio confinato non è specificata in maniera precisa e univoca dalla norma cogente, ma è richiamata da numerosi e qualificati documenti tecnici.
L'analisi deve essere eseguita con particolare attenzione e caso per caso, visto il livello di pericolosità del rischio.
Per esempio, non è detto che uno spazio confinato debba essere anche chiuso; la possibilità di sprigionamento di miasmi e gas nocivi o asfissianti aumenta la pericolosità del contesto; anche in assenza di possibilità di inquinamento dell'aria, può essere presente un alto grado di pericolo per le gravi difficoltà di recupero di una persona all'interno del luogo confinato (in caso di malore o infortunio generico).
A volte, le problematiche di spazi confinati si sposano con quelle relative ai lavori in altezza (ad esempio nel caso di manutenzioni di luoghi o impianti ad atmosfera controllata dove la carenza di ossigeno deve essere mantenuta ai fini antincendio).
In generale, il rischio può essere presente:
- durante pulizie e manutenzioni in vasche e pertugi;
- in caso di interventi di qualunque tipo all'interno di vani tecnici;
- durante interventi di qualunque tipo in presenza di masse biologiche, materiali in fermentazione, altro tipo di pericolo chimico in senso generale, compresa la possibilità di formazione di atmosfere esplosive e di carenza di ossigeno.
Le imprese che devono operare in spazi confinati devono essere qualificate (si fa anche generale riferimento all’art. 26 del D.Lgs. 81_08).
La classificazione NTS Niosh 80-106, Criteria for a Recommended Standard: Working in Confined Spaces, è un documento fondamentale sull’argomento, e distingue le classi A, B, C (A più pericoloso, C meno pericoloso), sulla base di:
- livello di ossigeno (es.: < 18%)
- livello ATEX
- livello TOX (IHDL)
Quali obblighi hanno i datori di lavoro per proteggere gli addetti dal rischio?
Il datore di lavoro ha l'obbligo di effettuare la valutazione del rischio.
La razionalizzazione del problema, per arrivare alla sua gestione e soluzione riguarda:
- Esame generale del contesto lavorativo
- Identificazione e analisi dei fattori di rischio
- Interazione tra ambiente di lavoro e attività che si andranno a svolgere
- Identificazione delle misure di controllo
E' indispensabile fornire ai lavoratori la formazione specifica, di almeno 8 h.
I DPI salvavita richiedono la formazione specifica obbligatoria.
E' necessario, per ogni situazione analizzata e valutata, che sia previsto un adeguato piano di emergenza.
Quali servizi fornisce ALTER ECO SAS?
-
analisi e valutazione delle situazioni di rischio, in supporto al Datore di Lavoro;
-
stesura delle procedure di lavoro corrette;
-
scelta degli opportuni DPI;
-
formazione e informazione ai dipendenti circa il rischio e le procedure aziendali adottate per il suo controllo.
Tutte le attività di sono svolte direttamente, garantendo così un'elevata qualità del lavoro a costi contenuti.
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