Si tratta di composti chimici eventualmente presenti in vernici, colle, impermeabilizzanti e simili; quindi, tipicamente, nelle attività di verniciatura, assemblaggi di vario tipo con uso di prodotti impermeabilizzanti, riempienti, isolanti, incollanti, in edilizia, in fonderia etc.L'uso è vario; formulati e modi di uso devono essere investigati all'interno della valutazione dell'esposizione dei lavoratori agli agenti chimici.A partire dal febbraio 2023, i produttori devono dichiarare in etichetta e in maniera estremamente chiara la presenza di questi composti in forma di di-isocianati liberi se superiore allo 0,1% in peso, in quanto a partire dal 24 agosto 2023 l’uso industriale o professionale è consentito solo dopo aver ricevuto una formazione adeguata, che dovrà essere ripetuta ogni cinque anni.
Il "training base" è previsto per l'uso generico in campo professionale; il "training intermedio" in caso (ad esempio) di applicazioni in cabina di verniciatura in condizioni di esposizione media; il "training avanzato" nelle lavorazioni più a rischio di inalazione e contatto cutaneo.
Il primo passo è quindi verificare lo stato di aggiornamento della propria valutazione dell'esposizione agli agenti chimici:
- Si fa uso di di-isocianati? Con quali modalità? In generale, si fa uso di isocianati?
- La Scheda di Sicurezza del prodotto che contiene questi composti è aggiornata? L'etichettatura è corretta?
- Il prodotto contiene di-isocianati in forma libera in quantità maggiori dello 0,1% in peso?
- Se sì, quale livello di formazione deve essere garantito ai lavoratori?
Il processo di valutazione dell'esposizione agli agenti chimici procede analizzando e quantificando, ai fini di minimizzare il rischio; nel programma degli adempimenti, come in qualunque processo di valutazione dei rischi, si troveranno le azioni preventive e protettive da adottare.
La prima domanda a cui rispondere è certamente questa: l'attività lavorativa richiede l'uso di isocianati e in particolare di di-isocianati?
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