Almanacco della Sicurezza - Le prime normative italiane sui rifiuti
Il 1982 è un anno importante per la storia della normativa ambientale: vengono infatti recepite alcune Direttive CEE (la Comunità Economica Europea) che riguardano la gestione dei rifiuti con particolare attenzione ai policlorodifenili, ai policlorotrifenili (cosiddetti PCB e PCT) e in generale ai rifiuti definiti tossico-nocivi.
Si tratta della prima volta in cui si legifera sull’argomento rifiuti. PCB e PCT, composti organici una volta molto utilizzati come isolanti nelle apparecchiature elettriche, saranno in seguito definitivamente vietati, essendone riconosciuta la elevata pericolosità ambientale.
Il DPR 915/1982 inizia un processo di produzione normativa fondamentalmente attivato dall’appartenenza dell’Italia alla Comunità e poi all’Unione europea, che porterà fino al Testo Unico Ambientale n. 152 di riferimento dei nostri giorni.
Il DPR afferma alcuni principi generale fondamentali: la gestione del ciclo dei rifiuti non deve portare danni ambientali all’uomo, agli animali e al paesaggio; si deve limitare la produzione di rifiuti; si devono promuovere azioni di riciclaggio e recupero.
Il DPR definisce per la prima volta una classificazione dei rifiuti come “urbani” e “speciali”; chiarisce le responsabilità dello smaltimento, definendo (nel caso dei rifiuti speciali) il “produttore” come la persona che ha l’onere di provvedere alla gestione del problema; stabilisce le competenze di Stato, Regioni, Province e Comuni sull’argomento; vieta la discarica non autorizzata, cioè introduce il concetto di autorizzazione per gli impianti di smaltimento dei rifiuti; descrive le procedure per il trasporto dei rifiuti e per la loro tracciabilità (istituendo la pratica dei registri di carico e scarico).
L’industrializzazione dell’economia, la sempre maggiore disponibilità di beni di consumo e dei loro imballaggi, i cicli di vita sempre più brevi di apparecchiature e oggetti, il progresso tecnologico e tanti altri fattori hanno portato nel tempo alla produzione di quantità di rifiuti sempre più grandi e di complessa gestione; questo primo atto normativo ha introdotto la necessità di identificare le responsabilità istituzionali e private della gestione dei rifiuti e ha obbligato i vari attori a promuovere processi virtuosi di riduzione, recupero, riciclo e smaltimento, introducendo il concetto di superamento della discarica, anche se autorizzata, come soluzione ai problemi di smaltimento.
Dopo quattro decenni dall’emanazione del DPR, i gravi problemi legati al controllo dei danni ambientali prodotti dai rifiuti non sono certamente stati risolti, anzi si sono evidenziate nuove complessità e sfide, legate per esempio alle bonifiche dei siti industriali dismessi, alle contaminazioni diffuse, alle ecomafie …
Per riduzione, recupero, riciclo e smaltimento dei rifiuti c’è ancora molto lavoro da fare.
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